Gobi

© 2024 Tofisch & Partner Senza fine striscia mio sguardo verso la steppa infinita sotto di noi. Finalmente sono riuscito con i miei occhi di vedere l'orizonte lontano. In un posto lì siamo compariti tre settimane fa e abbiamo visto questo monte di tremila metri d'altezza senza nome, la prima da lontano, sulla quale cima adesso facciamo sosta con una salita faticosa. Siamo arrivati sul punto più alto del nostro viaggio e stiamo seduti qui, nel cuore della Mongolia, su terreno storico.

Il viaggio ha incominciato nella patria di Dschingis Khan in una macchina addatta per questi percorsi ed in una maniera di guida spericolata. Ma il paesaggio del Otgon Tenger Uul Riserve non potrebbe essere di più variato:

40 m dune di sabbia, steppe infinite, laghi enormi e regioni paludose, fascie di boschi siberiani e tratti montani che ti toglie il respiro, e che tutto questo ci risarcisce tutti i strapazzi e le fatiche.

Ma siamo lo stesso contenti di essere riusciti sul nostro basecamp su 2800 m. Finalmente possiamo dedicarci all'hobby preferito e possiamo fare quello che abbiamo voluto fare qui:

Di esplorare in treks ampie e faticose il territorio senza strade e vie, che prima di noi forse lì nessun'uomo aveva messo il piede.

© 2024 Tofisch & Partner Un'avventura in un paese che è quattro volte più grande della Germania e dove in un chilometro quadrato vive solo l,5 di abitante, detto cosi in una statistica.

Per la famosità sul mondo della storia della Mongolia provvedeva tempi fa Khan Dschinghis, che con i suoi attacchi di cavalleria crudeli tra Mare Pacifico e Mare Mediterraneo si conquistò il regno più grande sul mondo fino ad oggi. Con una mescolatura di calcolo politico e crudeltà brutale teneva unito il suo imperio.

Dinghis Khan era inoltre quello che introdurrò un sistema postale funzionante.

Ancora oggi imprimono i cavalli e le tende rotonde (Jurten) l'immagine della steppa. In questo paese povero possono strappare dalla terra il minimo necessario, per trovare cibo per se e per i greggi di ovini e capre e per le mandrie di yaks e cavalli. Tante volte eravamo stati invitati dai Mongoli sempre gentili per un tè o per bere una tazza di latte di cavalla. Qualche volta preparavano anche delle specialità del luogo: Per esempio 'capra nel bidone del latte'.

© 2024 Tofisch & Partner Stupiti e molto impressionati potevamo imparare sempre di più della gente e della loro cultura. Tutto questo girava nella nostra testa quando eravamo qui sopra su 3800 m su una cima senza nome e guardavamo intorno lasciando passare i pensieri. Tanto in basso sotto di noi la steppa, sulla quale tempo fa la cavalleria di Dschingis Khan galoppava, pensiamo di riconoscere le tende piccolissime del nostro Base Camp. E' ora di mettere nei zaini il resto della merenda, le giacche a vento e i termos e di incominciare a scendere la lunga discesa.

Nessuno di noi in questo momento vuole ricordarsi, che in una settimana saremmo già seduti nell'aeroplano, che ci porta noi con le nostre impressioni in quest'Europa 'stretta'.